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Verso la fine dell’800, il caffè cominciò a propagarsi nella borghesia, associata per definizione al lavoro e alla conquista di prestigio attraverso il commercio, l’apertura di botteghe e l’imprenditoria.
Quando la bevanda approdò in Europa il primo ceto a farne uso fu quello dell’aristocrazia, che però lo consumava soltanto come bevanda in voga, senza un fine ben preciso. Il prodotto quindi ebbe uno sviluppo, iniziò la sua storia come bene di lusso, ma in un breve periodo si trasformò in un bene di prima necessità anche per gli strati sociali meno abbienti, diventando così una bevanda del popolo e della borghesia. Il caffè, grazie alle proprietà che si imputavano all’epoca alla bevanda, (alcune delle quali bizzarre, ma altre perfettamente in linea con gli studi scientifici che si faranno poi nei secoli successivi sulla sostanza), era largamente utilizzata dai borghesi che ne amavano il potere “risvegliante della mente” e come aiuto all’attenzione anche nelle ore più tarde. Il caffè fu “adottato” da
intellettuali, scientifici, poeti e musicisti in questa nuova onda legata a nuovi movimenti politici, sociali, culturali e filosofici che si svilupparono in Europa nel XVIII secolo.
Il caffè veniva venduto con diverse modalità: spacci, sale da caffè e chioschi. I primi erano strutture fisse che avevano una doppia funzione: l’asporto, ma anche un piccolo spazio per sedersi, spesso all’aperto dove fare conversazione e riposarsi. Le sale da caffè, invece, erano molto curate, lussuose negli arredi e avevano al loro interno musicisti ed intrattenitori. Erano presenti nei quartieri più alla moda e più la città era benestante più le sale da caffè diventavano lussuose e di tendenza per i più ricchi. I chioschi erano bancarelle, le ante
nate di quelle che conosciamo anche noi oggi, che vendevano caffè d’asporto, in maniera veloce e sistematica.
Il caffè cambiò radicalmente le usanze cittadine: prima di allora gli unici posti di ritrovo per i sudditi erano le taverne, ma con l’introduzione della bevanda e tutto il corollario che si portò dietro le cose cambiarono.
Ci si incontrava nelle coffee house, si discuteva, si stava in compagnia, una novità su tutti i fronti per chi era abituato a passare la maggior parte della giornata (e della nottata) nella propria abitazione. Nelle coffee house si discuteva di tutto, dalla politica, alle storie alle leggende. Si ascoltava musica e si condividevano le proprie esperienze.